AIM su Emendamenti Legge di Stabilità 2017

AIM su Emendamenti Legge di Stabilità 2017: Apprezzamento per gli  emendamenti a firma Crimì, Berretta, Piccione, su sblocco assunzione precari storici della sanità, su istituzione Scuola di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie, su semplificazione del concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione di medicina e su adozione della Laurea Abilitante in Medicina e Chirurgia. L’AIM offre pieno appoggio a tali iniziative assunte in sede legislativa, che, laddove portate a buon fine, recepirebbero le istanze del Comitato “generazione precari della sanità”, consentendo la stabilizzazione dei profili sanitari vincitori o idonei di concorsi a tempo indeterminato, nonché  le storiche richieste e proposte avanzate dai Giovani Medici (SIGM) e dal Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi (CNAS) e condivise e fatte proprie dall’AIM, colmando il gap esistente tra Italia ed Europa in tema di formazione post-lauream.

Di grande impatto, inoltre, l’istituzione della Scuola di Medicina Generale e Cure Primarie, quale naturale evoluzione della Scuola di specializzazione di Medicina delle Comunità e Cure Primarie e delle esperienze dei corsi regionali di formazione specifica di medicina generale. Registriamo con piacere la convergenza su questo tema anche delle associazioni professionali e delle società scientifiche di categoria. 

L’Associazione Italiana Medici (AIM) esprime apprezzamento per i contenuti di alcuni emendamenti presentati in sede di definizione della Legge di Stabilità 2017, presentati in Commissione Bilancio, a firma dell’On. Filippo Crimì ed altri, con riferimento a delle tematiche di impatto strategico per la sanità italiana.

Il primo emendamento (a firma CRIMÌ, BERRETTA, PICCIONE) consentirebbe alle Regioni in Piano di Rientro di procedere allo sblocco delle assunzioni dei precari storici della sanità, rimuovendo le limitazioni introdotte dalla precedente Legge di Stabilità 2016, e preservando i diritti acquisiti dai medici e non medici vincitori o risultati idonei nei concorsi a tempo indeterminato, le cui graduatorie sono prossime alla scadenza il 31/12/2016. Tale sblocco, peraltro isorisorse, in quanto previsto nel rispetto della cornice finanziaria (tetti di spesa), consentirebbe a cascata di poter avviare la stagione dei nuovi concorsi a seguito della rimodulazione delle rete assistenziali, ai sensi del Decreto del Ministro della Salute del 2 aprile 2015, n. 70, da parte delle Regioni in Piano di Rientro in atto inadempienti. Laddove questo emendamento andasse a buon fine, verrebbe recepita la prima parte delle istanze del Comitato “generazione precari della sanità”, che ha preso le mosse in Sicilia e che è stato al centro nelle ultime settimane di importanti iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Su tale emendamento, l’AIM ha registrato il sostegno da parte del Governo ed, in particolare, del Sottosegretario Faraone, il quale, nelle ultime settimane ha dato segnali di diretto interessamento sulla condizione dei precari storici della sanità, e che, nelle ultime ore, ha fatto sapere di essere fiducioso sulla risoluzione di tale vertenza in sede tecnica, di concerto col Ministero dell’Economia e Finanza, il che consentirebbe tempi molto più rapidi di procedere con le stabilizzazioni.

Di grandissimo impatto, inoltre, è il secondo emendamento (a firma FILIPPO CRIMÌ,  FEDERICO GELLI,  MANUELA GHIZZONI, GIUDITTA PINI, PAOLO COVA, STELLA BIANCHI, MARGHERITA MIOTTO) che mira ad istituire la Scuola di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie, quale naturale evoluzione della Scuola di specializzazione universitaria di Medicina delle Comunità e Cure Primarie e delle esperienze dei corsi regionali di formazione specifica di medicina generale, creando una piena osmosi tra università e territorio. Inoltre, quanti accederanno a tale scuola di specializzazione saranno parimenti titolari di un contratto di formazione e beneficeranno di maggiore remunerazione rispetto alle vecchie borse, ma anche dei diritti correlati. Il medesimo emendamento, inoltre, disporrebbe l’adozione di una graduatoria unica nazionale per l’accesso a tutte le scuole di specializzazione universitarie, ivi inclusa la Scuola di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie, ponendo dunque le basi per semplificazione del concorso nazionale e per correggere tutte le criticità che si sono registrate nelle precedenti edizioni delle selezioni. Inoltre, verrebbero garantiti ai medici di medicina generale adeguati riconoscimenti ai fini della docenza nelle scuole, oltre che per espletare la funzione di tutor degli specializzandi. In ultimo, verrebbero potenziate le attuali competenze degli Osservatori della formazione specialistica ai fini dell’accreditamento delle scuole di specializzazione, ricomprendendo anche le istituende Scuole di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie e le Scuole di area sanitaria non medica. A tal fine, verrebbe riconosciuta la rappresentanza in tali organi tanto ai medici di medicina generale quanto ai profili non medici.

Un terzo emendamento (a firma FILIPPO CRIMÌ,  MARIA COSCIA,  MANUELA GHIZZONI, FEDERICO GELLI, STELLA BIANCHI, PAOLO COVA, MARGHERITA MIOTTO), infine, prevede l’adozione della laurea abilitante in medicina e chirurgia,innovazione che consentirebbe di recuperare nel corso di laurea in medicina e chirurgia l’attuale tirocinio post-lauream e, quindi, di eliminare i tempi morti tra laurea ed inizio dell’esercizio della Professione medica, con grande beneficio per i neolaureati.

Trattasi, queste ultime, di storiche richieste e proposte avanzate dai Giovani Medici (SIGM) e dal Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi (CNAS) e condivise e fatte proprie dall’AIM, il cui recepimento colmerebbe il gap esistente tra Italia ed Europa in tema di formazione post-lauream.

Sull’istituzione della Scuola di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie, inoltre, l’AIM registra con piacere le prime convergenze delle associazioni professionali e delle società scientifiche di categoria, e si rende disponibile al confronto in ogni sede. Di contro, si stigmatizzano alcuni tentativi di contrasto preventivo (ovvero senza aver preso visione del testo dell’emendamento in quanto non ancora presentato al momento della presa di posizione), ad opera di alcuni Ordini, nei confronti dell’iniziativa parlamentare di evoluzione dei corsi regionali di formazione specifica di medicina generale in specializzazione, in linea con gli standard di qualità Europei. Si spera che tali posizioni non siano dettate da interessi localistici.

In attesa di conoscere l’esito sull’ammissibilità dei citati emendamenti, riservandosi di proporre eventuali richieste di revisione in sede di rimodulazione dei medesimi da parte del Governo e del Relatore, l’AIM coglie l’occasione per ringraziare tutti i sottoscrittori degli emendamenti per aver recepito le proprie istanze.

AIM su Legge di Stabilità 2017: nell’ultimo giorno utile per la presentazione degli emendamenti, rivolgiamo un appello al Parlamento ed al Governo.

AIM su Legge di Stabilità 2017: nell’ultimo giorno utile per la presentazione degli emendamenti, rivolgiamo un appello al Parlamento ed al Governo affinchè si destinino adeguati investimenti per il ricambio generazionale all’interno del SSN. No ad un adeguamento contrattuale indifferenziato per tutti i dirigenti medici, sulla base della sola anzianità di servizio; Piuttosto, si investano parte delle risorse aggiuntive del Fondo Sanitario Nazionale  per premiare la produttività dei medici e per rimpinguare la già esigua dotazione finanziaria destinata alle nuove assunzioni.

Nell’ultimo giorno utile per la presentazione degli emendamenti alla Legge di stabilità 2017 in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, l’Associazione Italiana Medici (A.I.M) rivolge un accorato appello al Parlamento ed al Governo affinchè si destinino adeguati investimenti a sostegno del ricambio generazionale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale:  <<Diciamo no ad un adeguamento contrattuale indifferenziato per tutti i dirigenti medici, ovverossia sulla base del criterio esclusivo dell’anzianità di servizio, che da sempre penalizza le giovani generazioni che, invece, rappresentano la componente col maggiore potenziale produttivo in sanità. – dichiara l’AIM – Piuttosto, si investano parte delle risorse aggiuntive del Fondo Sanitario Nazionale, già individuate per il rinnovo dei contratti, in modo premiare le competenze e la produttività dei medici, misurate in base agli esiti, nonchè per rimpinguare la già esigua dotazione finanziaria destinata alle nuove assunzioni, pari a soltanto 75 milioni di euro, di cui al comma 13 dell’art. 59 del Disegno di Legge di Stabilità 2017.>>

Sino ad oggi, l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza è stata garantita dai sacrifici di tutti i medici e dei profili non medici, e, tra questi, anche dai precari titolari di contratti a tempo determinato ed atipici, ovvero dalle generazioni più giovani che, peraltro, risultano essere oggettivamente svantaggiate rispetto alle precedenti generazioni, non soltanto per i noti problemi connessi alla condizione del precariato (discontinuità di rapporto, mancati scatti stipendiali, mancato rinnovo dei contratti per le donne medico in stato di gravidanza, ecc.), ma anche, ad esempio, per le previsioni sconfortanti in merito ai riconoscimenti pensionistici.

<<La forza produttiva che la componente giovane della Professione medica può offrire, al di là del sacrosanto riconoscimento da tributare in termini di stabilizzazioni e nuove assunzioni a tempo indeterminato, consentirà altresì di sgravare la rimanente parte dei dipendenti pubblici della sanità dagli attuali eccessivi carichi di lavoro, diventati ormai insostenibili, anche in risposta all’esigenza di adeguamento alla normativa sui riposi compensativi. – continua l’AIM – Chiediamo uno scatto d’orgoglio alla politica, affinchè si assumano iniziative che escano fuori dagli schemi, adottando politiche lungimiranti in tema di risorse umane in sanità>>.

L’AIM non può fare a meno di registrare, infine, una mancata presa di posizione sul dibattito sollevato in tema di ricambio generazionale tanto da parte degli Ordini Professionali, FNOMCeO in testa, quanto di una generazione sindacale, ormai attempata, che sembrano curare preminentemente gli interessi di chi è in uscita dal sistema e che poi, magari, una volta in quiescenza, si ritroverà a prestare la propria opera in case di cura private accreditate, ricorrendo ad espedienti quali i rapporti di consulenza o i contratti libero professionali.

AIM su Legge di Stabilità 2017

AIM su Legge di Stabilità 2017: bene l’incremento della dotazione del Fondo Sanitario Nazionale, tuttavia, la manovra non stanzia adeguati investimenti per il ricambio generazionale all’interno del SSN. Si eviti di adottare un adeguamento contrattuale indistinto per tutti gli operatori sanitari, ma si propone in alternativa di utilizzare il Fondo per i rinnovi contrattuali della Pubblica Amministrazione dedicato alla sanità, al fine di finanziare le premialità per quanti, già in ruolo, vogliano offrire un contributo aggiuntivo, nonché per implementare il fondo per la stabilizzazione dei profili sanitari.

Legge di stabilità 2017: bene l’incremento della dotazione del Fondo Sanitario Nazionale, tuttavia, la manovra non stanzia adeguati investimenti per il ricambio generazionale all’interno del SSN. L’AIM sfida il Governo e propone: si quantifichi la quota parte del finanziamento all’interno del “Fondo per i rinnovi contrattuali nella Pubblica Amministrazione” destinato al rinnovo dei contratti in sanità, quindi, si attinga ad una parte di tale riserva per implementare il fondo per la stabilizzazione dei profili sanitari, a fronte di una attuale previsione insoddisfacente della dotazione del relativo capitolo di spesa. Si utilizzi, quindi, la quota parte della sanità del Fondo per i rinnovi dei contratti della Pubblica Amministrazione esclusivamente per prevedere il finanziamento delle premialità e non per disporre un adeguamento contrattuale per tutti indistintamente. Se, da una parte, è vero che i LEA, ad oggi, sono stati garantiti dai sacrifici di tutti i profili medici e non medici, tra questi anche dai titolari di contratti a tempo determinato ed atipici, dall’altra, è pur vero che le giovani generazioni risultano essere oggettivamente svantaggiate rispetto alle precedenti generazioni, non soltanto per i noti problemi connessi alla condizione del precariato, ma anche, ad esempio, per le previsioni sconfortanti in merito ai riconoscimenti pensionistici. Chiediamo, pertanto, che si investa anche sulle più giovani generazioni, a partire dagli attuali precari ed aprendo le porte del SSN anche ai più giovani. Le energie fresche e la vis produttiva che la componente giovane degli operatori sanitari potrà offrire, al di là del sacrosanto riconoscimento in termini di stabilizzazioni e nuove assunzioni a tempo indeterminato, consentirà altresì di sgravare la rimanente parte dei dipendenti pubblici della sanità dagli attuali carichi di lavoro, diventati ormai insostenibili, anche in risposta all’esigenza di adeguamento alla normativa sui riposi compensativi. Chiediamo al Governo di assumere iniziative innovative e politiche lungimiranti in tema di risorse umane in sanità, ma chiediamo anche piena convergenza su tale proposta ai Sindacati ed agli Ordini Professionali e, quindi, rivolgiamo loro un appello affinché quelle che, sino ad oggi, sono state delle semplici dichiarazioni di intenti, possano trasformarsi in atti concreti.

Emergenza precariato sanitario in Sicilia: AIM Sicilia sottoscrive il Manifesto del Comitato Regionale “Generazione Precari della Sanità Siciliana”.

L’Associazione Italiana Medici (A.I.M) – Sicilia condivide e sottoscrive i contenuti del Manifesto del Comitato Regionale “Generazione Precari della Sanità Siciliana”, nato in risposta all’emergenza sul precariato sanitario in atto Sicilia. <<Condividiamo i contenuti del Manifesto, nonché lo spirito ed il metodo di lavoro adottati dal Comitato, lontani dalle logiche di appartenenze a sigle o interessi di parti.>> – dichiara l’A.I.M Sicilia – <<Nonostante gli annunci di concorsi per migliaia di operatori sanitari ed i malcelati tentavi di rimpallarsi le responsabilità con lo Stato centrale, è ormai sotto gli occhi di tutti lo stato inerziale e l’impasse che si sono venuti a creare a seguito della mancata rimodulazione della rete assistenziale (territoriale, ospedaliera e delle emergenze-urgenze), riconducibili tanto all’incapacità gestionale, quanto al prevalere degli interessi territoriali della politica regionale.>>

Si riporta di seguito il testo del manifesto, al fine di darne massima diffusione.

manifesto-comitato-generazione-precari-sanita-siciliana

AIM Sicilia su annunci di stabilizzazione per 700 tra medici ed infermieri a seguito del varo del Decreto Legge di Stabilità annunciato dal Governo nazionale: l’Assessore regionale alla Salute ha perso un’altra occasione per tacere!

<<L’Assessore regionale alla Salute ha perso un’altra occasione per tacere!>>. Questo il commento laconico dell’Associazione Italiana Medici (AIM) – Sicilia, nell’apprendere, a mezzo stampa, delle dichiarazioni rilasciate dall’Assessore regionale alla Salute, On. Baldo Gucciardi, in riferimento ai contenuti del Decreto Legge di Stabilità 2017, che, laddove licenziato dal Parlamento senza modifiche ulteriori, consentirebbe la “stabilizzazione” di 700 tra medici ed infermieri nelle Aziende Sanitarie siciliane.

 “Un risultato straordinario sul piano politico“, ha dichiarato l’On. Baldo Gucciardi, quasi a voler condividere i meriti col Governo Nazionale per gli effetti dell’annunciato incremento del Fondo Sanitario Nazionale, pari a circa 2 miliardi di euro, uno dei quali dovrebbe essere destinato ai vaccini ed all’assunzione di infermieri e medici.

Tuttavia, “<<Non si tratta delle stabilizzazioni legate alla riorganizzazione della rete ospedaliera perché per quelle deve essere prima definito il fabbisogno“. Per quelle, precisa il Ministero della Salute, si aspetta ancora il piano che deve essere spedito dalla Sicilia” (Cit. La Repubblica).

Ma, pur volendo ipotizzare che l’Assessore Gucciardi non si riferisse alle futuribili assunzioni derivanti da una riorganizzazione nei fatti ancora non realizzata, nonostante abbia avuto quasi due anni di tempo per recepire le normative nazionali, al pari di quanto già fatto da altre Regioni, bensì intendesse fare riferimento alla chiamata in ruolo dei legittimi vincitori di concorso a tempo indeterminato, le cui graduatorie sono in scadenza il 31/12/2016, risulta ancor più incomprensibile la sua ulteriore affermazione: “Si apre adesso la delicata fase della contrattazione con i sindacati”. Infatti, considerando che questi medici sarebbero già garantiti dall’aver vinto un concorso già espletato, e che la maggior parte di questi ricopre già quelle posizioni di lavoro, se pur a tempo determinato, non si comprende a quale presunta contrattazione faccia riferimento l’Assessore Gucciardi.

<<A seguito della mancata riorganizzazione della rete territoriale, della rete ospedaliera e della rete delle emergenze, la sanità siciliana è allo stallo. L’Assessore non è stato in grado in due anni di effettuare il riordino della sanità siciliana creando lo stallo totale e, con essa, anche l’avvio del ricambio generazionale al suo interno. – continua l’AIM Sicilia All’atto del suo insediamento l’Assessore Gucciardi ha annunciato concorsi in sanità per l’assunzione di ben 5 mila tra medici e professionisti sanitari, con sue ulteriori stime al rialzo sino alle 8 mila unità. Tuttavia, di nuovi concorsi e di nuove assunzioni, sin quando la riorganizzazione non verrà realizzata, non ve ne potrà essere traccia. Chi ha prodotto tale sfacelo abbia almeno la decenza di non prendersi meriti altrui per coprire i propri demeriti. Ci saremmo aspettati sobrietà e rispetto, invece che proclami su “risultati straordinari”.>>.

Questo nuovo errore di comunicazione dovrebbe rappresentare un ulteriore elemento di riflessione per indurre il Governo nazionale ad intervenire per commissariare la Sanità siciliana, rimuovendo gli attori responsabili dello sfacelo attuale, come richiesto dai giovani medici e dai medici precari siciliani attraverso un appello rivolto al Presidente della Repubblica, annunciando che “in assenza di segnali concreti in risposta al presente appello, non senza dispiacere, annunciamo la nostra intenzione ad astenerci dalla partecipazione al prossimo referendum confermativo sulle modifiche della Costituzione Italiana, rinunciando al nostro diritto di voto, a prescindere da qualunque orientamento singolarmente maturato, quale atto estremo conseguente ad una situazione non più sostenibile in quanto non rispettosa della condizione di cittadini, prima ancora che di professionisti”.

Legge di Stabilità 2017: posizione dell’AIM sull’annuncio del Governo relativo all’incremento del Fondo Sanitario Nazionale con 2 miliardi di euro.

Associazione Italiana Medici: “Segnale positivo, ma esprimiamo cautela, visti i precedenti ed in ragione delle trattative in corso con Bruxelles sulla sostenibilità della manovra finanziaria. Il Governo intervenga sulle Regioni in ritardo sulla riorganizzazione del proprio SSR. Si provveda, intanto, alla immediata proroga delle graduatorie di merito vigenti.”

Era il 9 febbraio del 2016 quando la Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ospite alla trasmissione televisiva Ballarò, incalzata dalla presenza in studio di una delegazione dei medici precari storici annunciava la futura disponibilità del così detto “tesoretto” per la Sanità. Certamente, tale notizia venne accolta positivamente, ma l’Associazione Italiana Medici (AIM), attraverso un proprio comunicato ripreso dalla stampa, tenne a richiedere che “parte di questo tesoretto venga prioritariamente destinato alla valorizzazione delle risorse umane del SSN, a partire dal ricambio generazionale e dal superamento del precariato.” e proseguì affermando che “l’annunciato  tesoretto, anche laddove le previsioni venissero confermate, potrebbe essere disponibile soltanto a partire dal 2017. Non si risolverebbe, pertanto, il problema della scadenza entro il 31 dicembre 2016 della proroga concessa a tutte le graduatorie concorsuali esistenti per effetto del Decreto D’Alia, studiata proprio per garantire un risparmio sull’espletamento di nuovi concorsi e riassorbire i precari storici”.

Nella giornata di ieri, il Governo ha annunciato che parte dei fondi (circa 1 miliardo di euro) che verrebbero stanziati in sede di approvazione della Legge di Stabilità 2017, verranno destinati ai vaccini ed ai concorsi per infermieri e medici, riproponendo nei fatti quanto già annunciato nella manovra precedente, ovvero l’avvio delle procedure di “stabilizzazione” dei precari storici vincitori di concorso a tempo indeterminato e di quei profili necessari a coprire le attuali gravi carenze nel SSN. Sembra di vivere un “deja vu”, che ci riporta indietro di un anno. Annunci di avvio di procedure concorsuali che, lo scorso anno, furono sconfessati in fase di approvazione della manovra finanziaria, ripiegando di fatto solo su “interventi tampone”, che hanno portato ad incrementare le sacche di precariato, senza far registrare una reale inversione di tendenza nel senso della valorizzazione delle risorse umane in sanità. Pur esprimendo un giudizio positivo sull’ipotesi di stanziamento di finanziamenti aggiuntivi da destinare al ricambio generazionale nel SSN, è legittimo, pertanto, esprimere cautela sugli interventi annunciati, che, oltre che ad essere tardivi, rischiano di essere vanificati dalle trattative in corso con Bruxelles sulla sostenibilità della manovra finanziaria. Resta, altresì, da capire quale sarà il destino delle graduatorie dei concorsi in scadenza il 31 dicembre 2016, che, con l’arrivo del 2017, in assenza di opportune proroghe, potrebbero essere spazzate via con il “brindisi di Capodanno” assieme a tutte le legittime aspettative di quanti, con dedizione e sacrificio, hanno sostenuto per anni il SSN, garantendo sempre il diritto alla salute ai cittadini. Ad, oggi, infatti, sussiste il rischio che questi medici, dal primo gennaio 2017, si troveranno a dover sostenere e vincere un nuovo concorso, l’ennesimo, ma utile soltanto ad esitare l’ennesima graduatoria di merito, ovvero a prolungare il tempo di permanenza nel loro purgatorio. E tutto magari, si registrerà mentre ci si troverà in piena campagna elettorale.

Auspichiamo, pertanto, che, al di là del fisiologico scetticismo della nostra Associazione e delle migliaia di medici precari, di ogni ordine ed età, il Governo mantenga le promesse e chiediamo, anzi, che vada oltre, mettendo in campo un programma strutturale di ricambio generazionale in seno al sistema salute, creando i necessari presupposti, che non consistono soltanto nel reperire risorse aggiuntive, bensì nell’intervenire al fine di sostenere il riordino e la riorganizzazione del SSN, assumendosi le sue responsabilità politiche e rimuovendo, quindi, a livello regionale gli ostacoli e gli attori che, ad oggi, non sono stati capaci di avviare il cambiamento ma che, anzi, lo hanno osteggiato con politiche dissennate e clientelari.

Laddove ciò non dovesse avvenire, il Governo sarebbe da considerare “meritevole” soltanto di aver adottato delle semplici, ma inutili, soluzioni tampone, nonchè connivente delle pessime gestioni della sanità regionale.

Lettera aperta dei medici precari e dei giovani medici siciliani al Presidente della Repubblica.

Al Presidente della Repubblica Italiana

e p.c.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Ministro della Salute

 

Oggetto: Lettera aperta dei medici precari e dei giovani medici siciliani al Presidente della Repubblica.

 

Signor Presidente,

Le rivolgiamo il presente appello per rappresentare il grave disagio di migliaia di medici precari e di giovani medici siciliani, vittime delle cattive politiche adottate in tema di sanità nella Regione Sicilia.

Infatti, assistiamo alla paralisi del Servizio Sanitario Regionale siciliano, a causa di una impasse sul riordino della Rete Ospedaliera e della Rete delle Emergenze. È in questo contesto che prendono forma le gravi restrizioni sulle assunzioni in sanità, che condannando intere generazioni di medici, giovani e non, a vivere la condizione del precariato cronico o che maturano la consapevolezza di dover migrare per poter prestare la propria opera con la dignità che meritano i sacrifici personali, non solo economici ed intellettuali, che sono stati chiamati ad affrontare quale presupposto per esercitare la Medicina.

Nella  nostra Regione, infatti, si continua ad assistere al differire in avanti nel tempo l’adozione dei necessari interventi strutturali in tema di sanità e salute, che avrebbero virtuosamente garantito la sostenibilità della sanità pubblica, oggi messa a repentaglio dalla malgestio, con ripercussioni gravi sia ai danni dei cittadini che degli operatori. Tra l’emanazione di provvedimenti ad hoc (DPCM “Salva precari”), gli effetti del piano di rientro imposto per i debiti contratti in passato, la mancata revisione della distribuzione degli eccessivi carichi ed orari di lavoro, in Sicilia migliaia di medici sono titolari di contratti a tempo determinato sottoposti a rinnovi semestrali, o addirittura bimestrali, ovvero di contratti atipici privi di ogni tutela. A ciò si aggiungano i reiterati annunci sull’avvio di imminenti concorsi per la stabilizzazione ed assunzione di medici e professionisti sanitari, puntualmente smentiti dagli impietosi interventi tecnici della Corte dei Conti, piuttosto che del Ministero dell’Economia e Finanza o del Ministero della Salute, su una sanità regionale che, invece di ispirare le proprie politiche alla programmazione, alla competitività, al rilancio di un nuovo modello di salute, resta arroccata su logiche di territorio dettate da una classe politica che appare orientata più alla salvaguardia del seggio elettorale che alla tutela della salute dei cittadini e dei diritti degli operatori sanitari. Dispiace essere così diretti, ma assistiamo, probabilmente, ad uno dei più tristi “teatrini” della storia della sanità italiana, che certificano la pressoché totale inadeguatezza dell’attuale governance regionale del sistema salute siciliano. Inadeguatezza, cui si aggiunge, talora, un ostentato senso di onnipotenza da parte di taluni attori della politica siciliana, lasciando adito al sospetto, in alternativa al giudizio di incompetenza, della volontà di procrastinare i concorsi a ridosso delle sempre più vicine scadenze elettorali locali. In tal modo, si intenderebbe alimentare un sistema clientelare basato sulla corsa alla raccomandazione, alla quale non intendiamo partecipare in alcun modo.  Al contempo, si è ormai prossimi alla scadenza delle graduatorie dei concorsi (a tempo indeterminato e determinato) già espletati ed oggetto di ripetute proroghe, gettando nell’angoscia tutti quei medici precari il cui contributo, ad oggi, risulta indispensabile a garantire il diritto alla salute dei cittadini siciliani

Chi Le rivolge il presente appello è conscio del fallimento dell’attuale sistema che pone in capo alle Regioni le competenze in tema di gestione di sanità e salute, a partire, per quanto concerne la Sicilia, dal mancato potenziamento delle cure primarie, che deve essere contestuale, se non antecedente, alla razionalizzazione e riqualificazione dell’offerta assistenziale ospedaliera. Le uniche aspettative degli scriventi consistono nel registrare l’immediato commissariamento dei vertici della sanità siciliana, quale primo passo verso una, ormai indifferibile, ri-centralizzazione delle competenze sulla sanità, a partire dalla gestione delle procedure concorsuali per l’accesso dei medici ai ruoli del Servizio Sanitario Nazionale e per la progressione di carriera, che andrebbe affidata ad un entità terza libera dai condizionamenti della politica.

Signor Presidente, ci rivolgiamo a Lei quale ultimo baluardo dei diritti dei cittadini italiani, essendo prossimi gli scriventi a maturare un definitivo senso di sfiducia nei confronti della politica, e chiediamo, pertanto, un Suo autorevole intervento al fine di superare l’attuale stato di impasse. In assenza di segnali concreti in risposta al presente appello, non senza dispiacere annunciamo la nostra intenzione ad astenerci dalla partecipazione al prossimo referendum confermativo sulle modifiche della Costituzione Italiana, rinunciando al nostro diritto di voto, a prescindere da qualunque orientamento singolarmente maturato, quale atto estremo conseguente ad una situazione non più sostenibile in quanto non rispettosa della condizione di cittadini, prima ancora che di professionisti.

 

I medici precari ed i giovani medici siciliani 

Caso ENPAM SICURA – AIM: Auspichiamo che si faccia piena chiarezza sulle gravi accuse mosse tra le reciproche parti.

Quello che pare un “regolamento dei conti” tra correnti e potentati sindacali rischia di minare la stabilità della Fondazione e di mettere in discussione l’autogoverno della stessa da parte della Professione medica. Si apra una discussione franca sulla governance dell’ENPAM, avviando da subito una fase ri-costituente, correggendo i gravi errori di valutazione politica commessi in passato in sede di riforma dello Statuto, a partire dalle modalità di elezione dell’Assemblea Nazionale. Si attribuisca, inoltre, una reale rappresentanza alle giovani generazioni, come richiesto in passato dai Giovani Medici (SIGM). Infine, si abbia il coraggio di stabilire una netta incompatibilità tra ruoli ordinistici, sindacali e gestionali della Fondazione. Stop anche agli incarichi multipli nei CdA delle partecipate.

 

Con riferimento al “caso ENPAM Sicura, pur non entrando nel merito delle reciproche “accuse” mosse dalle parti ”, riservandosi di valutarne gli sviluppi ed auspicando che si faccia piena chiarezza nel più breve tempo possibile, l’Associazione Italiana Medici (AIM) intende condividere alcune riflessioni.

<<Esprimiamo grande preoccupazione per gli avvenimenti, oltre che nel merito, anche nel metodo. Infatti, quello che pare un “regolamento dei conti” tra correnti e potentati sindacali rischia di minare alle fondamenta la stabilità e l’autonomia della Fondazione.>> – dichiara l’AIM.

<<Riteniamo che, nel recente passato, segnatamente in occasione della revisione dello Statuto della Fondazione, siano stati commessi gravi errori di valutazione politica, estromettendo nei fatti le minoranze dalla gestione dell’ENPAM, che è per definizione l’Ente previdenziale di tutti i medici contribuenti; tra questi, si annoverano sia l’adozione di un meccanismo elettorale maggioritario spinto, sia l’elezione dei segretari dei principali sindacati nel CdA della Fondazione>>. – continua l’AIM. <<Tutto ciò ha prodotto uno scollamento tra gli interessi della base, rappresentata da tutti i contribuenti, da una parte, e delle organizzazioni professionali, ancorchè legittimi, ma divergenti, dall’altra. – afferma l’AIMProva ne siano le polemiche recentemente sorte a fronte degli annunci del coinvolgimento dell’ENPAM nel Fondo Atlante 2, oltre che in altre operazioni finanziarie che sembrerebbero mettere in discussione la mission previdenziale ed assistenziale della Fondazione>>.

L’A.I.M. chiede che si apra una discussione franca sulla governance dell’ENPAM, avviando da subito una fase “ri-costituente”, che intervenga sullo Statuto per correggere gli errori di valutazione commessi in passato e propone quindi: 1)  la revisione delle modalità di elezione dell’Assemblea Nazionale, adottando il suffragio universale, unico sistema che consentirebbe di andare oltre la visione di parte e di tutelare le minoranze; 2) l’attribuzione di una reale rappresentanza alle giovani generazioni negli organi di governo (è prevista la cooptazione dall’alto di soli 5 membri, per di più senza diritto di voto), proposta già avanzata dai Giovani Medici (SIGM); l’introduzione di una netta incompatibilità tra ruoli ordinistici, sindacali ed i ruoli gestionali della Fondazione, nonché tra incarichi multipli nei CdA delle società partecipate.

<<L’ENPAM torni ad essere la casa di tutti i medici e non solo delle “elite” sindacali ed ordinistiche.  In assenza di interventi tempestivi in tale direzione, in un momento storico in cui lo Stato ha sempre più bisogno di fare cassa, il pericolo è quello di mettere in discussione l’autogoverno della Fondazione da parte della Professione medica. Ma, se quest’ultima dimostrerà di non essere in grado di gestire responsabilmente il patrimonio previdenziale dei medici italiani, allora bisognerà arrendersi all’evidenza.>> – conclude l’AIM.

CAOS SANITA’ SICILIA – MEDICI DELL’AIM E GIOVANI MEDICI (SIGM) SICILIANI: STANCHI DI CONTINUI ANNUNCI E DIETROFRONT.

L’ATTUALE GOVERNANCE REGIONALE DELLA SALUTE HA DIMOSTRATO TUTTA LA SUA INADEGUATEZZA. IL GOVERNO CENTRALE COMMISSARI LA REGIONE PER USCIRE DALL’IMPASSE SUL RIORDINO DELLA RETE OSPEDALIERA E DELLE EMERGENZE E PER RILANCIARE L’ASSISTENZA NEL TERRITORIO. SI DIA QUINDI SEGUITO ALLA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI ED AL RICAMBIO GENERAZIONALE NEL SSR, ATTRAVERSO CONCORSI A GRADUATORIA REGIONALE AFFIDATI AD ENTE TERZO (AGENAS), IN MODO DA SGOMBRARE IL CAMPO DALLO SPAURACCHIO DELLE CLIENTELE ELETTORALI.

L’Associazione Italiana Medici (AIM) ed i Giovani Medici (SIGM) siciliani intervengono nel merito delle vicende di cronaca che hanno fatto registrare la paralisi del Servizio Sanitario Regionale (SSR) siciliano, con particolare riferimento all’impasse sul riordino della Rete Ospedaliera e della Rete delle Emergenze, – in ottemperanza a quanto previsto dal DM n.70 del 2015, cui si stanno adeguando tutte le Regioni – nonché sui concorsi per la stabilizzazione dei precari e per il ricambio generazionale in seno al SSR siciliano. <<Le recenti vicende di cronaca, che fanno seguito ai continui annunci circa l’avvio di una stagione di un copioso ricambio generazionale all’interno delle Aziende Sanitarie della nostra Regione, puntualmente disatteso nei fatti a causa dei continui ritardi e posticipi in tema di riorganizzazione del SSR, ascrivibili a continue interferenze degli interessi della politica regionale, ovvero ad un tentativo di rimpallo di responsabilità da parte dell’Assessorato Regionale alla Salute verso il Ministero della Salute, certificano la pressoché totale inadeguatezza dell’attuale governance regionale del sistema salute siciliano. Inadeguatezza, cui si aggiunge un ostentato senso di onnipotenza da parte dei vertici della Sanità siciliana, come dimostrerebbe il presunto “avvio delle grandi manovre recentemente documentato dalla stampa. – dichiarano congiuntamente i medici siciliani dell’AIM e del SIGM – Chiediamo che il Governo nazionale intervenga, procedendo al commissariamento immediato dell’Assessorato Regionale alla Salute al fine della riorganizzazione del SSR, a cominciare dal potenziamento delle cure primarie che deve essere contestuale, se non antecedente, alla razionalizzazione e riqualificazione dell’offerta assistenziale ospedaliera. Solo attraverso un intervento terzo rispetto alle poco commendevoli dinamiche politiche territoriali, registratesi nel tempo in tema di sanità, sarà possibile avere qualche speranza di ottenere la stabilizzazione dei precari ed un ricambio generazionale in seno al SSR siciliano.>>

Inoltre, AIM e SIGM Sicilia chiedono che i concorsi in sanità vengano espletati in modo da definire graduatorie regionali (esperienza già esplorata in altre Regioni del nord) e che la gestione di questi ultimi venga demandata interamente all’Agenzia Nazionale per la Valutazione dei Servizi Sanitari Regionali (AGeNaS), esternalizzando quindi ogni procedura e reclutando i componenti delle commissioni di selezione al di fuori del contesto siciliano, sulla base di riconosciute competenze curriculari. Le due Associazioni chiedono, altresì, che non si lascino scadere le graduatorie dei concorsi già espletati, nel rispetto di tutti coloro che, da anni, garantiscono l’erogazione dei LEA, senza avere nessuna certezza del futuro, pur essendo vincitori di concorso o idonei in graduatoria ed ancora tenuti nel limbo del precariato. <<Riteniamo che questa possa essere l’unica soluzione per sgombrare il campo dallo spauracchio delle clientele elettorali, che tanto danno hanno arrecato alla Sanità siciliana. – continuano i medici siciliani dell’AIM e del SIGM – Proponiamo che si ricorra, parimenti, al contributo dell’AGeNaS anche al fine del conferimento, a mezzo di procedure concorsuali, delle responsabilità apicali della dirigenza medica all’interno delle Aziende Sanitarie.>>

SALVATAGGIO (MPS) COI FONDI DELLA PREVIDENZA DEI MEDICI E DEI PROFESSIONISTI: BENE IL PASSO INDIETRO DELL’ADEPP

AIM: “I cittadini non pagano per il Monte dei Paschi”, ma non si capisce perché lo debbano fare i professionisti coi loro contributi previdenziali! Bene il passo indietro delle Casse Previdenziali Private, ma ci auguriamo che la trattativa non riprenda in futuro senza prima interpellare i contribuenti. Siamo sicuri che i vertici dell’ENPAM, eletti col meccanismo elettorale del maggioritario spinto e con un’affluenza di meno del 5% degli aventi diritto, avrebbero l’autorevolezza per assumere decisioni di tale portata in rappresentanza di tutti i medici.

Sorprende, inoltre, che la FNOMCeO di fronte ad un’operazione finanziaria le cui implicazioni non sono del tutto chiare, sia rimasta spettatrice passiva senza prendere posizione ovvero senza chiedere i chiarimenti del caso.

L’Associazione Italiana Medici (AIM) interviene nel dibattito sull’intervento delle Casse private dei professionisti nel salvataggio del Monte dei Paschi attraverso l’acquisto dei crediti “deteriorati” tramite il Fondo Atlante 2, inizialmente promosso dall’Associazione degli Enti Previdenziali Privati (ADePP) in risposta alla call del Governo.

E lo fanno rivolgendosi direttamente al Premier Renzi: <<I cittadini non pagano per il Monte dei Paschi”, ma non si capisce perché lo debbano fare i professionisti coi loro contributi previdenziali!>> – afferma l’AIM – <<Prendiamo atto con soddisfazione del temporaneo passo indietro dell’ADePP, ma ci auguriamo che la trattativa non riprenda in futuro senza prima interpellare la base, ovvero i contribuenti. Certamente, meraviglia il fatto che le Casse Previdenziali Private siano state chiamate ad esporsi sulla base di condizioni dai contorni non del tutto chiari e per di più mutevoli.>> 

Per quanto concerne il fronte ENPAM, poi, l’AIM, si pone una domanda: <<Siamo sicuri che i vertici dell’ENPAM, eletti col meccanismo elettorale del maggioritario spinto e con un’affluenza di meno del 5% degli aventi diritto, avrebbero l’autorevolezza per assumere decisioni di tale portata in rappresentanza di tutti i medici. Inoltre, sorprende che la FNOMCeO, di fronte ad un’operazione finanziaria le cui implicazioni non sarebbero state prive di rischi, sia rimasta spettatrice passiva, senza prendere posizione ovvero senza chiedere i chiarimenti del caso.>>

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