Legge di Stabilità 2017: posizione dell’AIM sull’annuncio del Governo relativo all’incremento del Fondo Sanitario Nazionale con 2 miliardi di euro.

Associazione Italiana Medici: “Segnale positivo, ma esprimiamo cautela, visti i precedenti ed in ragione delle trattative in corso con Bruxelles sulla sostenibilità della manovra finanziaria. Il Governo intervenga sulle Regioni in ritardo sulla riorganizzazione del proprio SSR. Si provveda, intanto, alla immediata proroga delle graduatorie di merito vigenti.”

Era il 9 febbraio del 2016 quando la Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ospite alla trasmissione televisiva Ballarò, incalzata dalla presenza in studio di una delegazione dei medici precari storici annunciava la futura disponibilità del così detto “tesoretto” per la Sanità. Certamente, tale notizia venne accolta positivamente, ma l’Associazione Italiana Medici (AIM), attraverso un proprio comunicato ripreso dalla stampa, tenne a richiedere che “parte di questo tesoretto venga prioritariamente destinato alla valorizzazione delle risorse umane del SSN, a partire dal ricambio generazionale e dal superamento del precariato.” e proseguì affermando che “l’annunciato  tesoretto, anche laddove le previsioni venissero confermate, potrebbe essere disponibile soltanto a partire dal 2017. Non si risolverebbe, pertanto, il problema della scadenza entro il 31 dicembre 2016 della proroga concessa a tutte le graduatorie concorsuali esistenti per effetto del Decreto D’Alia, studiata proprio per garantire un risparmio sull’espletamento di nuovi concorsi e riassorbire i precari storici”.

Nella giornata di ieri, il Governo ha annunciato che parte dei fondi (circa 1 miliardo di euro) che verrebbero stanziati in sede di approvazione della Legge di Stabilità 2017, verranno destinati ai vaccini ed ai concorsi per infermieri e medici, riproponendo nei fatti quanto già annunciato nella manovra precedente, ovvero l’avvio delle procedure di “stabilizzazione” dei precari storici vincitori di concorso a tempo indeterminato e di quei profili necessari a coprire le attuali gravi carenze nel SSN. Sembra di vivere un “deja vu”, che ci riporta indietro di un anno. Annunci di avvio di procedure concorsuali che, lo scorso anno, furono sconfessati in fase di approvazione della manovra finanziaria, ripiegando di fatto solo su “interventi tampone”, che hanno portato ad incrementare le sacche di precariato, senza far registrare una reale inversione di tendenza nel senso della valorizzazione delle risorse umane in sanità. Pur esprimendo un giudizio positivo sull’ipotesi di stanziamento di finanziamenti aggiuntivi da destinare al ricambio generazionale nel SSN, è legittimo, pertanto, esprimere cautela sugli interventi annunciati, che, oltre che ad essere tardivi, rischiano di essere vanificati dalle trattative in corso con Bruxelles sulla sostenibilità della manovra finanziaria. Resta, altresì, da capire quale sarà il destino delle graduatorie dei concorsi in scadenza il 31 dicembre 2016, che, con l’arrivo del 2017, in assenza di opportune proroghe, potrebbero essere spazzate via con il “brindisi di Capodanno” assieme a tutte le legittime aspettative di quanti, con dedizione e sacrificio, hanno sostenuto per anni il SSN, garantendo sempre il diritto alla salute ai cittadini. Ad, oggi, infatti, sussiste il rischio che questi medici, dal primo gennaio 2017, si troveranno a dover sostenere e vincere un nuovo concorso, l’ennesimo, ma utile soltanto ad esitare l’ennesima graduatoria di merito, ovvero a prolungare il tempo di permanenza nel loro purgatorio. E tutto magari, si registrerà mentre ci si troverà in piena campagna elettorale.

Auspichiamo, pertanto, che, al di là del fisiologico scetticismo della nostra Associazione e delle migliaia di medici precari, di ogni ordine ed età, il Governo mantenga le promesse e chiediamo, anzi, che vada oltre, mettendo in campo un programma strutturale di ricambio generazionale in seno al sistema salute, creando i necessari presupposti, che non consistono soltanto nel reperire risorse aggiuntive, bensì nell’intervenire al fine di sostenere il riordino e la riorganizzazione del SSN, assumendosi le sue responsabilità politiche e rimuovendo, quindi, a livello regionale gli ostacoli e gli attori che, ad oggi, non sono stati capaci di avviare il cambiamento ma che, anzi, lo hanno osteggiato con politiche dissennate e clientelari.

Laddove ciò non dovesse avvenire, il Governo sarebbe da considerare “meritevole” soltanto di aver adottato delle semplici, ma inutili, soluzioni tampone, nonchè connivente delle pessime gestioni della sanità regionale.

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