“AIM Sicilia: basta con atti di violenza! Occorrono interventi concreti e di sistema o sarà inevitabile il collasso della sanità siciliana”

Solidarietà al medico oggetto dell’ennesima aggressione nel territorio siciliano. Nessun atto di violenza è giustificabile, meno che mai quelli sugli operatori sanitari nei luoghi di cura. Bisogna avere l’onestà intellettuale di risalire alle radici profonde di questo fenomeno, che sono certamente sociologiche e culturali, ma anche ascrivibili ai gravi e colpevoli ritardi in Sicilia nell’evoluzione dell’organizzazione delle cure primarie ed al conseguente sovraccarico dei Pronto Soccorso. Occorrono interventi concreti e non annunci e passerelle politiche. Illusorio concentrare gli sforzi sull’approvazione della rete ospedaliera in assenza di un progetto di revisione complessiva del sistema sanitario ragionale.

All’indomani dell’ennesimo atto di violenza perpetrato nelle strutture sanitarie siciliane ai danni dei medici e degli operatori siciliani, l’Associazione Italiana Medici (AIM) interviene nuovamente nel dibattito pubblico. Esprimiamo la nostra solidarietà al medico oggetto del tenetativo di aggressione presso il Presidio Vittorio Emanuele di Catania. Non si arrestano gli atti di violenza ingiustificata perpetrata ai danni degli operatori sanitari impegnati nell’assolvimento del loro dovere nei Pronto Soccorso, nei reparti e nelle guardie mediche del territorio regionale. Premesso che nessun atto di violenza è giustificabile, meno che mai nei luoghi preposti alle cure dei pazienti e dei cittadini, bisogna avere l’onestà intellettuale di risalire alle radici profonde di questo fenomeno. Alla base vi sono certamente fattori sociologici e culturali, ma è innegabile come, almeno in parte, tale fenomeno deprecabile sia anche ascrivibile ai gravi e colpevoli ritardi nell’evoluzione dell’organizzazione delle cure primarie ed al conseguente sovraccarico dei Pronto Soccorso, nonché al persistere di liste di attesa con tempi inaccettabili, che esasperano i cittadini. Per di più, si continua a mantenere in vita presidi di continuità assistenziale, sovente, inefficienti poiché sottoutilizzati ovvero non adeguatamente dotati degli strumenti necessari per consentire ai medici di lavorare in sicurezza ed in maniera appropriata. Registriamo come, purtroppo, le logiche dell’interesse di parte continuino ad esercitare il proprio influsso sulla politica, ispirata più dalla rincorsa del consenso che dal dare risposte appropriate al bisogno di salute dei cittadini. Dispiace, altresì, aver registrato come, a fronte di criticità note e persistenti, nel recente passato ci si sia abbandonati a passerelle politiche ed a sterili annunci, prima ancora che venissero messi in campo interventi concreti.

E’ necessario tracciare una discontinuità culturale per superare la sanità ospedalo-centrica, ancora troppo radicata in Sicilia, e tendere verso una indispensabile implementazione di un sistema integrato delle cure, che trova il suo fondamento nel potenziamento delle cure primarie. La sfida della sostenibilità del servizio sanitario regionale sta per essere perduta dalla Regione, con grave danno per i cittadini e gli operatori siciliani. Sia da monito, in tal senso, il giudizio della Corte dei Conti, che nella relazione sul rendiconto sull’esercizio finanziario del 2017 ci ricorda come  in Sicilia “l’elevata incidenza della spesa sanitaria è stata di 12 miliardi e 474 milioni di euro, cioè il 63,7 per cento dell’intera spesa della Regione”. In quest’ottica, appare sempre più vuoto di significato il progetto di rete ospedaliera, recentemente approvato dalla Giunta Regionale su proposta dell’Assessorato regionale alla Salute. È lecito chiedersi come sarà possibile, nel prossimo futuro, in assenza della strutturazione di una rete assistenziale integrata che assorba nel territorio il crescente bisogno delle cronicità, contenere l’impatto della spesa sanitaria sul bilancio regionale. Per affrontare la sfida della sostenibilità, garantendo risposte adeguate al bisogno di salute espresso da una popolazione, non basta uno sterile ed illusorio esercizio di applicazione dei parametri contenuti in un decreto ministeriale per disegnare una rete ospedaliera, ma bisogna partire dal dato epidemiologico e da un progetto di revisione complessiva del sistema sanitario ragionale, a partire dalle cure primarie. Solo in questo modo sarà possibile dare risposte ai cittadini e dare segnali concreti a tutti gli operatori della sanità siciliana.

 

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